Condividiamo l’articolo di Giulia Tommasi, pubblicato su Zeta il 10 Aprile 2025. Clicca qui per l’articolo originale
Barbara Marchica ha fondato una società per trasmettere i contenuti religiosi in un linguaggio comprensibile all’interlocutore di oggi.
«Due o tre anni fa e il mio profilo Instagram è decollato. Ho avuto un boom pazzesco con un reel sulla preghiera, che è andato virale con due milioni di visualizzazioni. Mi sono ritrovata con un altro lavoro». È stato questo il punto di svolta per Barbara Marchica, 43 anni, originaria di Milano. Da “semplice” teologa, è diventata “La Teologa di Instagram”, come l’ha ribattezzata la sua community virtuale.
Ha iniziato a parlare di crescita personale spirituale sui social senza pensare che avrebbe potuto riscuotere tutto questo interesse. «L’online per me è stata una bella scoperta, nonostante avessi grandi principi di scetticismo», spiega Marchica, «facilita gli incontri, le relazioni, anche le forme di spiritualità».
Sul suo profilo, @barbara_marchica, oggi ha 80 mila follower. Tra loro, non solo cristiani, ma anche persone che si ritengono atee o in ricerca. «Condivido contenuti teologici per andare a lavorare sul mindset cattolico. Cerco di portare dei messaggi positivi, di speranza, che possano fare la differenza nella vita di tutti i giorni». Si definisce perciò “Christian Influencer”.
Nella bio dichiara: «Ti aiuto a scoprire l’amore di Dio con video e percorsi di formazione». Cliccando sul link in descrizione, ci si accorge subito che la sua non è una semplice pagina Instagram, ma un progetto imprenditoriale. Invita a prenotare una “call conoscitiva gratuita” o una “consulenza teologica di un’ora”, oppure a seguire una “masterclass per imparare a gestire al meglio le tue relazioni”.
Tra i post in evidenza spicca la foto del suo libro: Intelligenza Spirituale, pubblicato da Rizzoli a settembre 2024. «Questo tipo di intelligenza è una sintesi tra intelligenza cognitiva ed emotiva. È la capacità di tenere insieme olisticamente mente, corpo e anima», spiega Marchica. Un concetto importato dagli Stati Uniti, dove gli studiosi hanno elaborato dei test per misurarla.

«Porto in Italia lo spiritual counseling»
Un approccio alla religiosità che suona innovativo. «Porto in Italia lo spiritual counseling, un tema tutto nuovo per la Chiesa cattolica nel nostro Paese, invece consolidato in America e in Nord Europa». Lo ha scoperto durante un periodo di studio all’estero presso la Fordham University di New York, nel corso del suo dottorato in teologia. «Nel 2023 ho fondato una società benefit, che si chiama proprio Spiritual Counseling, per fare in modo che i contenuti teologici possano essere trasmessi in un linguaggio comprensibile per il nostro interlocutore di oggi».
«Non viviamo più in un contesto cristiano», sostiene Marchica. Il 40% degli italiani ammette di non riconoscersi nella Chiesa italiana attuale, secondo la ricerca CENSIS Italiani, fede e Chiesa (novembre 2024). Tuttavia, resta forte il bisogno di spiritualità. Secondo lo stesso studio, il 66% degli italiani dichiara infatti di “pregare” o comunque di rivolgersi a Dio o a un’altra entità superiore.
A chi si rivolge a pratiche orientali come la meditazione e lo yoga, Marchica risponde: «Anche la tradizione cristiana può offrire molto da questo punto di vista. Ad esempio, ci sono delle pratiche sulle virtù elaborate dai primi grandi pensatori del cristianesimo tra il secondo e il quinto secolo. Esistono anche la meditazione cristiana, la preghiera contemplativa, gli esercizi di respirazione».
Oltre che recuperare le pratiche tradizionali, bisogna sapersi innovare, secondo Marchica. «Il papa stesso ci esorta ad aprire processi nuovi», ricorda la teologa. «Credo che il magistero di Francesco su questo sia lungimirante e mi auguro che sempre più si vada in questa direzione. Anche la Chiesa può essere sui social, quel tipo di comunicazione non può essere trascurata», aggiunge.
«Instagram crea una community che relaziona davvero»
In Italia, secondo Marchica, il problema della Chiesa è la difficoltà nel creare relazioni. «Il rischio è quello di concentrarsi esclusivamente sui contenuti, perdendo di vista l’importanza della forma». La teologa insiste sulla necessità di adottare un linguaggio più fresco, che sappia rispondere ai bisogni delle persone. Lo ha capito soprattutto grazie ai 15 anni come insegnante di religione in un liceo classico di Milano.
«Instagram crea una community che relaziona davvero le persone», afferma Marchica con un sorriso un po’ stupito. «In parrocchia le facce sono sempre le stesse, non abbiamo un ricambio», ammette con un filo di desolazione. «Ci si occupa sempre della formazione per bambini. Ma non c’è un percorso per adulti. Ci sono delle categorie dimenticate. I single, la fascia tra i 30 e i 40 anni, gli anziani dove li mettiamo?».

Spiritualità online e on demand
Ha elaborato perciò una serie di servizi che offre in presenza e online. Tra questi, una Academy con il patrocinio dell’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Forma dei “facilitatori di relazioni”, cioè laici e religiosi che abbiano competenze sia teologiche che relazionali.
Tra i suoi allievi ci sono soprattutto sacerdoti, suore provinciali, insegnanti, catechisti e operatori pastorali, ma non solo. «Ultimamente ci sono sempre più spesso anche manager, che si rendono conto di quanto sia importante portare un livello di spiritualità in azienda».
Per avere supporto spirituale non è più necessario vedersi dal vivo. Marchica offre sessioni di coaching one-to-one da remoto. «Lavoro benissimo anche così, vedo risultati incredibili. Poi il virtuale velocizza e rende possibili gli incontri con persone da tutta Italia e anche all’estero». A questo si aggiunge la spiritualità on demand, con webinar e workshop online dedicati ad argomenti specifici. «Tra i temi più gettonati ci sono il perdono e la preghiera».
L’interazione sui social tuttavia non ha solo pregi. «Il rischio forse è che possa rimanere solo qualcosa di astratto». Per questo la prossima sfida di Marchica è quella di organizzare una giornata di formazione spirituale in presenza, ogni due o tre mesi. «Il progetto pilota partirà a maggio», annuncia soddisfatta.